venerdì 18 marzo 2011

Il Ciuccio


Come ogni mattina quando accompagno la Vi al nido devo ricordarmi 2 oggetti indispensabili alla buona riuscita “del nostro addio”: il suo oggetto di transizione (Pippo) e il ciuccio.
Questa mattina non so dove avevo la testa, ho dimenticato il ciuccio. È rimasto nella mia borsa, avvolto in un fazzoletto nella tasca. Ho lasciato la Vi a scuola, non era entusiasta ma erano pochi bimbi quindi si sarebbe divertita magari un po’ di più…se non fosse che la “madre snaturata” che ha –ovvero io- per poco non ha distrutto l’idillio! Dopo 10 minuti mi hanno chiamato dalla scuola che la Vi era in lacrime, disperata perché senza ciuccio. Aveva aperto il suo cassettino per riporre Pippo e “ta-ta”: l’amara scoperta, la sua mamma se n’era andata col ciuccio, il suo cassetto era vuoto!
Naturalmente di corsa, letteralmente di corsa (per fortuna che il nido è attaccato a casa) sono tornata indietro e senza farmi vedere ho mollato il suo oggetto del desiderio alla sua maestra!
Ma come ho fatto a dimenticarlo? A dimenticare il CIUCCIO??


Io odio e amo il ciuccio, questo improbabile oggetto che riesce a far calmare mia figlia come fosse una camomilla super potente, un’estasiante in grado di compiere imprese miracolose, ma che se non c’è riesce a farla disperare come nessuna caduta riesce a farla piangere, come nessun dolore la fa soffrire.
Odio questo attaccamento morboso al ciuccio…ma amo l’idea che possa esserci un oggetto in grado di consolarla se io non ci sono.
Purtroppo per la Vi ho deciso già qualche mese fa che questa dipendenza a breve dovrà cessare proprio perché mi spaventa l’idea del suo attaccamento morboso.
E pensare che ho penato non poco per farglielo prendere…e voi direte e “mò glielo vuoi togliere??” Eh sì! A 2 settimane di vita la principessa Vi tra una poppata e l’altra, tra un pisolino e l’altro ha avuto la malaugurata idea di mettersi il pollice in bocca e iniziare a ciucciare. Abbiamo tutti gridato a Satana, sembrava avessimo visto la scena più raccapricciante del mondo (forse era solo un istinto naturale, no??) e la pediatra ha subito suggerito di darle il ciuccio.
Le sue testuali parole sono state:
“Signori (noi signori??? Poco più che 30enni spaesati!) il ciuccio si toglie, si butta, il dito no! Il pollice in bocca sarà difficilissimo da togliere, preferite il ciuccio, appena si mette il dito in bocca toglietelo e mettetele il ciuccio!”
L’avrei voluta avere tra le mani stamattina mentre arrancavo col fiatone per correre a scuola!
Non potete immaginare quante volte nei primi mesi di vita della Vi non sapevo cosa fare, cosa fosse più giusto. Leggevo articoli sull’allattamento al seno che sconsigliavano assolutamente l’utilizzo del ciuccio perché ciò avrebbe compromesso la suzione (ho allattato fino oltre l’ottavo mese…), ma allo stesso tempo appena faceva la ninna il suo istinto era quello di portarsi il dito in bocca. Alla fine abbiamo optato per la soluzione in quel momento più semplice,  il male minore: insistere col ciuccio!
E chissà come mai ma l’impresa titanica è riuscita realativamente presto, nel giro dei 4 mesi la Vi ha imparato a succhiare il ciuccio da sola senza avere bisogno dell’aiuto di una “mano estranea” che glielo teneva. Non so perché tutte le altre iniziative tipo non mangiare il latte la notte, dormire tutta la notte, rimanere nel suo lettino tutta la notte, che abbiamo tentato sono naufragate nel giro di poco (vedi le ultime due) o hanno richiesto davvero tanta pazienza e risorse da parte nostra (vedi mangiare il latte di notte).
La Vi qualche giorno fa ha compiuto 2 anni e ½ ed entro la fine dell’estate il mio proposito è quello di farle abbandonare il ciuccio ma non so davvero da che parte iniziare. Pensavo ottimisticamente che fossimo sulla buona strada, quando è al nido lo usa solo per la nanna, a casa un po’ di più naturalmente; ma davvero pensavo si stesse “disaffezionando”, che trovasse il modo di consolarsi parlando, capendo e invece mi sono completamente illusa, senza il ciuccio si sente persa.
Ecco il mio compito ora è proprio questo farle capire che il ciuccio non è il suo mondo, che non è così prezioso (ecco il perché di questa foto: il ciuccio coi diamanti???!!!) per il suo benessere, dovrei insegnarle a superare le sue crisi in altri modi, ma quali??
Oggi vorrei poter avere qui Tata Lucia e chiederle come si fa, cosa devo fare e come devo farle vivere e capire questo senso di abbandono, che il ciuccio è solo un “palliativo”, uno strumento, un aiuto ma nulla più! È un discorso troppo complicato…ma per come vedo io la situazione mia figlia ha una vera e propria dipendenza, è come una fumatrice incallita, come quando ti trovi a mangiare la cioccolata e non riesci a smettere, non riesci a sottrarti al piacere!
E per lei il ciuccio è prezioso, non ha un valore, quando lo vede si scioglie in un sorriso disarmante, piacere allo stato puro…

2 commenti:

  1. Mia figlia il ciuccio lo ha sempre schifato e non l'ha mai preso. In compenso per addormentarsi mi deve arricciare i capelli e si "ciuccia la lingua"...come vedi alla fine qualche vizio ce l'hanno tutti. ^__^

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  2. Anche mia figlia niente ciuccio, ma a due anni ciuccia ancora il seno di mamma sua. anche io vorrei staccarla, ma la beatitudine che descrivi è del tutto identica e non so proprio come spiegarle che non può averlo più!

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