Sono finalmente nel letto, sono esausta ma non riesco a dormire, ho pianto talmente tanto oggi e gli occhi sono talmente gonfi che non riesco neanche a chiuderli. Mi sono guardata allo specchio prima ed ho visto una me che non era una me, ho stentato a riconoscermi: tirata nei tratti e nello spirito. Cerco di buttare fuori non solo parole ma pensieri, frasi di senso compiuto che mi aiutino a comprendere quello che voglio.
Solo una settimana fa scrivevo un post sulla mia smisurata e incondizionata voglia di trovare un lavoro, ieri ero attanagliata da mille dubbi e oggi sono qui stremata da ore di pianto. Lunedì ho fatto un colloquio, il primo serio dopo un periodo di astinenza totale e dopo essere stata “gentilmente” rimbalzata dai selezionatori che al telefono hanno scoperto che ero felicemente mamma di una duenne. Nel mio periodo casalingo di mamma full--time avevo comunque deciso di cambiare totalmente settore professionale, ero stufa di sentire un po’ chiunque riempiesi la bocca con parole spesse volte sconosciute, ero arci stufa di sentire che il marketing è la nuova professione del tuttologo! Ho detto basta basta, volevo trovare un lavoro nella moda. Arrivata a Milano era stato il mio primo amore e volevo comunque darmi un’altra occasione. Basta ambiente maschilista…era il momento giusto per voltare pagina. Peccato che non avevo fatto i conti con la realtà nuda e cruda. La mia ultima esperienza nel settore era datata 2004 e di chiamate neanche l’ombra. In questi mesi se dovessi fare un puro calcolo approssimativo su 100 cv mandati 89 sono stati indirizzati ad aziende di moda i restanti 11 a lavori nel marketing.