martedì 15 febbraio 2011

L'Asilo Nido

L’estate scorsa sotto l’ombrellone l’argomento principale delle mie chiacchierate è stato l’inserimento al nido della Vi. Non che avessi il desiderio di ascoltare i commenti e i suggerimenti di tutti i miei vicini, ma ogni qual volta mi chiedessero quale sarebbe stato il destino di mia figlia con il rientro a Milano (baby-sitter, tata, nonni, asilo?) alla parola ASILO NIDO scattavano sull’attenti mamme, papà e nonni con il “solito” grido all’unisono “VEDRAI SI PRENDERA’ TUTTE LE MALATTIE DI QUESTO MONDO, ANDRA’ UNA SETTIMANA E QUELLA DOPO SARA’ MALATA!”
…e se a me sembrava e soprattutto suonava una frase dal suono sinistro e un maleficio dal quale scappare sarebbe stato improbabile, la realtà è stata ben peggiore delle aspettative, nulla a che fare con i torbidi presagi.
Devo essere sincera al caldo dell’estate, sotto il riverbero del sole con lo sciabordio delle onde tutte le esperienze altrui mi sono sembrate insignificanti ed un po’ romanzate, il terrore dei giorni a venire era davvero un riflesso lontano.
Con l’inizio del nido, pian piano mi sono ricreduta: ho iniziato a rimpiangere l’estate e ad essere proprio sincera ogni tanto anche la scelta fatta.



La Vi ha iniziato il nido a 2 anni, i suoi primi 24 mesi sono trascorsi tra mamma, parco, ludoteca, amichetti e baby-sitter. Si è ammalata pochissimo se non in concomitanza con l’uscita di qualche dentino (i canini sono stati il nostro incubo). I successivi 6 mesi la Vi ha preso tutto quello che poteva prendere! Abbiamo scoperto che probabilmente è un soggetto asmatico, ha preso tonsilliti, faringiti, virus gastrointestinali e il raffreddore è diventato cronico. Non ha mai preso tante medicine come negli ultimi mesi.
Giusto per rendere l’idea nel mese di Novembre è andata 4 giorni in totale…praticamente ogni qual volta smetteva nell’ordine di piangere, urlare e frignare si ammalava e si ricominciava da capo. Un inserimento infinito durato fino al rientro dalle vacanze di Natale.
Ho sofferto parecchio, sono andata in crisi più volte con me stessa per la scelta fatta, ho avuto mille dubbi, primo fra tutti naturalmente è stato quello di non aver aspettato i 3 anni e la scuola materna quando magari il suo sistema immunitario sarebbe stato più forte. Sono stata però fortunata, le maestre mi hanno aiutato a pazientare, a rispettare i ritmi e le esigenze di mia figlia, fermo restando che l’iter delle malattie è davvero un iter comune a gran parte delle famiglie.
Ho sofferto con la Vi quasi ogni mattina quando la lasciavo in lacrime nella classe dove sapevo che comunque le lacrime sarebbero durate pochi minuti per far spazio ai sorrisi e alle tante nuove attività da scoprire. Ero dispiaciuta che mia figlia non potesse avere la giusta continuità per legarsi alle maestre e sentirsi parte del gruppo.
Magari erano solo mega paranoie e alla fine dal 10 Gennaio alla settimana scorsa la VI è riuscita ad andare al nido tutti i giorni. L’ho vista crescere, “maturare” e responsabilizzarsi nei giochi e nelle attività. Sono felice a distanza di mesi della scelta fatta anche se ad essere  onesti ogni volta che ha un raffreddore o una febbre ho il terrore di entrare nel loop della “settimana sì e della settimana no”. Sono convinta che sono paure e situazioni vissute già da tante mamme ma davvero finché non la vivi sulla tua pelle tutto quello che ti raccontano rimane estraneo e incomprensibile.

1 commento:

  1. Non ho figli, ma se ti può consolare tutti i miei amici con figli all'asilo (e non al nido) hanno passato il primo anno nelle tue stesse condizioni, credo sia un iter del tutto naturale e che va necessariamente fatto all'asilo.... e poi sai che differenza con i bambini rimasti a casa??? Un abisso...i bambini stimolati dalla presenza di altri bambini sono più svegli, più autonomi.... in bocca al lupo..e forza su..che tra un po' sarà primavera!!Baci, Flavia

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