sabato 12 febbraio 2011

...il lato effimero

Negli showroom durante le campagne vendita sembra essere in una stazione, gente che va e gente che viene, gente che corre, che mangia (ad onor del vero molto poco), che beve, che fuma, che parla al cellulare, che ride, che s’infuria, ti chiama mille volte e tu mille volte corri ma per la maggior parte delle volte inutilmente. Ho visto persone davvero curiose, indossare e fare cose ancora più strane. Sono un’amante della moda, adoro leggere riviste patinate ma non sono una fashion addicted né tantomento una shopaholic. Adoro pochi brand e quando non posso permettermi una cosa non ricorro alle copie/imitazioni; preferisco magari comprarmi qualcosa di non griffato e renderlo unico per me con abbinamenti del tutto personali e personalizzati. Non seguo molto la moda soprattutto perché da quando sono mamma ho optato per un abbigliamento pratico, se dovessi andare al parco con la Vi con tacco 12 non riuscirei a correre tra altalene e scivoli! E quindi mi sono adattata all’esigenza del momento!
Da qualche settimana ho scoperto mio malgrado che la maternità mi ha reso completamente impreparata alle nuove mode del momento…






Girando per Milano in questi giorni ma soprattutto in showroom ho dedotto che la moda del momento è indossare calzettoni di lana con sandali gioiello tacco 15 (almeno!) con plateau. Pura osservazione di servizio: io non riesco a correre da casa –asilo- lavoro con una scarpa del genere considerando che in tutto ho solo 30 minuti scarsi di autonomia per sgaiattolare da una parte all’altra. Per non parlare delle 13/14 ore con ai piedi quegli aggeggi meravigliosi quanto infernali…le fibbie del sandalo dopo tutte quelle ore fungerebbero da laccio emostatico per le mie caviglie. So che magari non sono il top della femminilità ma da quando ho scoperto gli Ugg la mia vita a Milano è totalmente cambiata! Piede caldo in ogni circostanza e possibilità di correre correre e correre! Vi è mai capitato di vedere in giro ragazze con scarpe meravigliose e altissime che però camminano come se avessero preso una marea di bastonate sulle ginocchia? A me sì tantissime volte. E allora mi chiedo perché indossare un tacco vertiginoso se poi si cammina tutte accucciate come “nonna Belarda” perché ti fa male il piede?…semplice camminare con quei tacchi è una vera e propria arte!
Ho scoperto poi un altro nuovo dettaglio della vita “modaiola” del quale ero all’oscuro: il linguaggio. In questi giorni mi sono chiesta dove ho vissuto negli ultimi anni, chi ho frequentato e soprattutto se la maternità avesse interrotto qualche sinapsi dei miei neuroni. Faccio davvero fatica a capire il linguaggio dei “giovani” (parlo anche di 35enni, single, affascinanti e super in carriera)?
O c’è qualcosa che mi sfugge? 
Nelle ultime settimane ho perso il mio nome di battesimo tra le sfilate milanesi, sono diventata AMO’. Il problema è che di Amò non ci sono solo io, tutti siamo Amò indistintamente dall’età e dal sesso. Non vi dico la difficoltà soprattutto iniziale nel capire quando qualcuno si rivolgeva a me, gli ultimi giorni ho optato per una nuova strategia: ogni volta che sento “Amò” scatto sull’attenti, prima o poi è me che chiameranno!
Ad onor del vero se per alcune cose sono rimasta scandalizzata una parte di me ha ritrovato per qualche ora la spensieratezza nel pensare solo al lato effimero delle cose e della vita senza troppe elucubrazioni mentali, senza dover per forza cercare il perchè e il per come delle situazioni lasciandomi andare a qualche sana risata, a qualche battuta e sognando ogni tanto ad occhi aperti di indossare tutti quei bei vestiti: sentire, percepire quasi la seta scivolare sul mio corpo, immaginarmi col capello raccolto, un bel trucco e…bei gioielli (il mio sogno proibito).

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